J. era arrivata in Italia a ottobre 2023 per rimanere solo il tempo di rinnovare i suoi documenti…

Poco dopo il suo arrivo, intorno al mese di dicembre, ha iniziato ad avere problemi di salute ed è stata ricoverata all’Ospedale Fatebenefratelli di Milano. A seguito di questo lungo ricovero le hanno diagnosticato una neurite ottica trattata con terapia al cortisone, ma soprattutto è stato qui che ha scoperto di aspettare una bimba.

La prospettiva di rimanere solo qualche mese sfumava a causa del fatto che il tempo per il rinnovo dei documenti era diventato più lungo e non sapeva quando avrebbe dovuto restare.

Durante i primi mesi di gravidanza J. è stata accolta presso la casa delle suore di M. Teresa di Calcutta in zona Baggio, ha seguito la terapia ed è stata presa in carico dall’Ospedale Macedonio Melloni per la gravidanza. Il Servizio Sociale dell’Ospedale ha segnalato al CAV la situazione in cui si trovava la signora, la quale non avrebbe potuto rimanere presso la casa delle suore poiché si avvicinava la data del parto.

J. ha sofferto moltissimo di solitudine e ha avuto anche degli episodi depressivi trattati con psicofarmaci prescritti dalla Psichiatria dell’Ospedale Melloni.

J. giunge in Corte a fine maggio 2024, a seguito della richiesta da parte del CAV; viene accolta nel periodo più delicato del termine della gravidanza, con tutto ciò che porta con sé: preoccupazioni, paure, senso di solitudine. J. Infatti aveva in programma di ritornare nel suo paese d’origine (Repubblica Dominicana) intorno alla metà di luglio.

In Corte ha trovato un luogo di accoglienza e di cura, non solo dei bisogni primari e concreti (preparazione dell’occorrente per la bimba, ricerca della carrozzina, preparazione della borsa per il parto…), ma soprattutto dei bisogni di vicinanza e di sostegno emotivo che una mamma spaventata e sola necessita.

L’abbiamo affiancata in tutte le fasi dell’accoglienza: siamo state presenti al parto, siamo andate a trovarla tutti i giorni in Ospedale; quando è stata dimessa con la Piccola G. l’abbiamo riaccompagnata a casa aiutandola nelle prime ore (acquisto farmaci, pannolini…). La presenza quotidiana delle educatrici ha consentito a J di condividere la preoccupazione, la paura del futuro, la paura di non riuscire a tornare a casa, rimanendo “bloccata” in Italia, l’inquietudine e la stanchezza per la gestione della piccola neonata che richiedeva cure costanti.

Insieme a J. siamo riuscite a ottenere tutti i documenti necessari affinché mamma e bimba potessero partire nei tempi previsti, nonostante la complessa burocrazia.

Siamo convinte che l’accoglienza seppur breve di questa mamma bisognosa di cure e vicinanza rientri proprio nelle peculiarità/mission del Centro di Aiuto alla Vita, avendole dato la possibilità di vivere un tempo di serenità in un momento difficile della sua vita.

Luisa Z.

Coordinatrice progetto Carte

Luglio 2024