Come tutti, siamo colpiti dagli avvenimenti della guerra in Ucraina e dall’esodo forzato dei loro cittadini. Ci colpisce soprattutto la situazione di mamme e bambini, i più fortunati dei quali riescono a fuggire, gli altri bloccati nei sotterranei delle case perché impossibilitati ad uscire in sicurezza o obbligati a restare negli ospedali, perché bisognosi di cure continue.
Molti di voi ci chiedono se abbiamo bisogno di qualcosa da inviare in Ucraina. Vorremmo ringraziare tutti per questa premura e desideriamo raccontarvi cosa stiamo facendo.
Il CAV Ambrosiano non è un punto di raccolta per l’Ucraina, non abbiamo un canale dedicato a questo tipo di servizio. Abbiamo però accolto la domanda di aiuto di una coppia ucraina, conosciuta da una nostra volontaria, che dall’Italia è riuscita ad organizzare un primo viaggio verso il confine con l’Ungheria, riempiendo un grande furgone con materiale di vario tipo.
Noi abbiamo potuto contribuire con il necessario per l’infanzia, sia per quanto riguarda alimenti che vestitini da inverno, scarpe, lenzuola e coperte. Abbiamo potuto offrire loro anche pannolini. Sicuramente sarà tutto utile perché le persone si stanno mettendo in viaggio, per una meta non ben precisa e con il minimo indispensabile con sé. Questo materiale ha già raggiunto alcuni profughi e alcuni cittadini rimasti bloccati in Ucraina.
Abbiamo, inoltre, potuto soddisfare, delle richieste specifiche di accessori per bambini come quella dell’ospedale Niguarda, che, aveva urgenza di avere scalda biberon per neonati appena giunti presso di loro dalle zone del conflitto.
Nel caso avessimo una richiesta particolare, ci rivolgeremo a voi, sapendo, come al solito, di poter contare sul vostro aiuto.
Condividiamo, infine, la segnalazione, appena arrivata dall’ospedale Buzzi di Milano, che accoglierà tra breve alcuni bambini ucraini e alla quale potrete, volendo, aderire direttamente: “…ciò che serve è soprattutto abbigliamento di stagione, ma non tanto per uscire. Utile anche abbigliamento intimo, ma nuovo e in buono stato” .
Manteniamo viva la speranza di una rapida conclusione del conflitto e ci uniamo all’appello che papa Francesco ha pronunciato con forza: “La guerra è una pazzia, fermatevi per favore”.